La storia
La Casa della Carità nasce a Scilla, nel 1939 su intuizione e disponibilità della Sig.ra Martello Vittoria che dopo aver avviato l’opera dentro casa sua, vende tutti i suoi beni ed acquista, con un piccolo contributo del parroco del tempo Mons. Santo Bergamo, Villa Pia, donando nel contempo la struttura alla mensa arcivescovile.
L’opera va avanti per circa 30 anni solo ed esclusivamente con la questua fatta dalle assistenti e con l’aiuto di tante famiglie scillesi, del vescovo e del parroco.
Nominato parroco di Scilla Mons. Cassone, per la precaria salute delle assistenti, decide di sollecitare le associazioni dell’Azione Cattolica e delle Figlie di Maria a dare una mano sia nell’assistenza che nell’organizzazione della Casa. Gli aderenti delle due associazioni rispondono positivamente a tale invito e, nel corso degli anni, riescono ad integrarsi ed a partecipare alla gestione attiva dell’Opera, sostenendo con entusiasmo il coraggio e la lungimiranza di Mons. Cassone nell’avviare i lavori di completamento del piano terra.
Successivamente con la sua nomina a parroco di San Giorgio al Corso (1974) e la venuta a Scilla dei Padri Barnabiti, S.E. Mons. Ferro, su proposta di don Pietro Scopelliti e dei laici volontari, affida ancora la direzione della casa a Mons. Cassone, che la gestisce fino alla nomina di don Pippo Curatola a parroco di Scilla, avvenuta nel 1979.
Nei quattro anni di permanenza di don Pippo, la Casa conosce momenti molto difficili, soprattutto per la morte delle assistenti, per tale motivo don Pippo incarica alcuni volontari e don Pietro Scopelliti a prendere in mano le sorti della Casa ed a gestirla direttamente.
Con la nomina a parroco di don Mimmo Marturano (1983) e con l’avvento di norme legislative più favorevoli, si riesce ad accantonare delle somme che consentono sia la ristrutturazione, sia la sopraelevazione della Casa, con la possibilità di adeguarla alle norme vigenti. Tutto questo consente poi nel 1995 alla Struttura di essere riconosciuta come Casa Protetta ed a poter stipulare la convenzione con la Regione Calabria.
La Convenzione ha dato, alla nostra struttura, la possibilità di poter rispondere adeguatamente alla domanda di bisogno di assistenza di tantissime persone povere ed abbandonate, che non riuscivano, per le condizioni di indigenza, a pagarsi la retta in una qualsiasi delle Case di riposo della nostra provincia. Ma soprattutto ha accolto e dato risposta a tanti casi gravi ed a volte disperati.
La Casa Protetta ovviamente necessitava di figure professionali e di un organico previsto dalla legge ed adeguato al tipo di patologie molto invalidanti di cui erano affette le persone che si trovavano già ricoverate. Grazie alla bontà ed alla lungimiranza di don Mimmo Marturano, in questa occasione, la Casa della Carità, sotto l’aspetto sociale ed umano, ha dato risposte a tantissime situazioni di gravissimo disagio familiare riuscendo ad appianare tante realtà.
In questi anni, intanto, nella Casa si viene sviluppando un sistema di assistenza alla persona ed una rete di professionalità che ruotano intorno all’Ospite, da ottenere spesso risultati insperati nel recupero oltre che della salute fisica anche dal punto di vista relazionale ed umano. Tale lavoro ha avuto riconoscimenti plurimi sia dagli utenti che dal mondo accademico ed istituzionale, tanto da ottenere anche il convenzionamento con la Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Messina .
La nuova tipologia di servizio ha consentito negli ultimi anni in cui è stato parroco Don Mimmo Marturano a fare delle economie che hanno dato la possibilità di portare dei miglioramenti alla struttura stessa e di far acquisire ulteriore patrimonio alla Parrocchia.
La Casa della Carità, inoltre, ha promosso l’istituzione del Premio della Bontà in occasione della festa di S. Rocco (dal 1996 al 2003), quale riconoscimento a persone o famiglie che si sono distinte in atti di carità cristiana e per stimolare nella comunità una maggiore attenzione agli anziani.
La Casa è stata poi sempre punto di riferimento, anche logistico per tutte le iniziative di carità promosse dalla parrocchia.
Nel periodo di emergenza per i profughi albanesi (1997), la Casa della Carità è stata individuata come realtà idonea ed ha dato disponibilità alla Prefettura di Reggio Calabria per l’assistenza a casi particolari, che sono stati ospitati per alcuni anni nell’asilo di Favazzina.
Con la partenza di Don Mimmo Marturano, la direzione della Casa è passata, negli ultimi anni, nelle mani di Don Antonello Foderaro che, con grande dedizione, è costantemente impegnato nel mantenere alti i livelli di assistenza ed adeguare la Struttura alle nuove norme sempre più esigenti, non dimenticando mai che il cuore della Casa sono sempre gli Ospiti.
Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:35 )