UNA RIFLESSIONE SU: MORIRE NEL DESERTO
In questi giorni molti di noi hanno avuto modo di vedere un filmato terribile, sia su internet, sia nella trasmissione di Annozero, sera di giovedì 14 gennaio.
Ciascuno di noi nel corso dei propri anni di vita vissuta porta con se molte immagini, alcune delle quali in base alla personale sensibilità umana rimangono impresse nella propria mente.
Ebbene in questo filmato si ha modo di vedere degli emigrati morti nel deserto, uomini respinti da tutto e da tutti.
Mentre scrivo ho davanti a me un libretto che è rimasto sulla scrivania da mesi come un oggetto di compagnia, di solito basta guardarlo per sentirsi rassicurati, nel pensare che questa carta non permetterà mai a nessuno di oltrepassare il limite del rispetto della vita, della dignità umana.
Purtroppo non è sempre così, sto parlando della dichiarazione universale dei diritti umani. Tra i molteplici articoli leggo l'art 3.
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Il silenzio del deserto attraversa il silenzio del video per entrare nella nostra mente, le scene del film si fermano in una foto, l' immagine di un uomo che è morto pregando, inginocchiato con la faccia per terra. L'immensità del deserto e un uomo solo, morto di stenti.
E' questa immagine che ci porteremo nel cuore e nella mente, in questo inizio anno del 2010, li nel deserto c'è un uomo che parla al mondo con il proprio corpo, che con quel gesto continua ha sconfiggere i potenti della terra.
Uomini che non si sono mai chiesti a che serve essere potenti quando non si è capaci di essere magnanimi?
Ultimo aggiornamento ( Venerdì 15 Gennaio 2010 14:58 )