“Il canto dell’anima”. E’ questo il titolo dell’ultimo libro di poesie scritto dalla nostra concittadina e poetessa Giuseppina Melidoni. Una seconda raccolta di testimonianze e ricordi che conferma ancora una volta l’amore che l’autrice nutre per persone e luoghi d’origine. Come tutti sappiamo Giuseppina è nata a Scilla; qui ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza; qui ha trascorso momenti sereni e spensierati insieme alla sua famiglia e alle amiche di quel tempo. Niente poteva turbare quella sua felicità. Mai avrebbe immaginato che un giorno avrebbe dovuto abbandonare la sua amata Scilla. Ed invece così è stato. Ancora giovanissima si vede costretta a lasciare il suo mondo, i suoi affetti più cari e partire alla ricerca di un lavoro che le consenta condizioni di vita migliori. Ma il distacco è doloroso e traumatico; difficile per lei, abituata a vivere in un ambiente semplice ma colmo d’amore, adattarsi ad un ambiente completamente diverso, freddo e distaccato come quello di Milano. Tanti sono i sacrifici da affrontare , resi ancora più pesanti dalla sofferenza e dal dolore per la lontananza forzata; difficile dimenticare i luoghi dove ha vissuto, fino a quel momento, gli anni più belli della sua vita; ricordi indelebili impressi nella sua mente che difficilmente possono essere cancellati. Ma Giuseppina è forte e determinata; ben presto, da buona calabrese, si rende conto che deve lottare per raggiungere i propri obiettivi e che, soprattutto, deve sconfiggere il proprio dolore e la nostalgia per il suo paese ormai lontano; non può più permettersi di essere fragile e sofferente. Nella poesia “Porto della salvezza” esprime chiaramente la sua sfida alla vita; “spianando pulivo per preparare le fondamenta e rialzare i muri con mattoni pesanti…con saggezza e coraggio”. Inizia allora il suo periodo di ricostruzione ; inizia una nuova vita, vive la sua seconda giovinezza e riesce a superare il dramma per essere lontana dalla sua terra; Milano non è più per lei una città ostile. Scrive, infatti, nella poesia “Mamma Milano”

“E’ bello avere due mamme!

Mamma Milano tu mi hai adottata bene!

Mi hai fatto vivere nuove esperienze,

mi ha reso forte alla vita,

mi hai dato una casa degna di te!

Mamma Milano, ti amo!

Giuseppina intraprende a Milano diverse attività e negli anni comincia a studiare frequentando corsi universitari; è cantautrice ed attrice; scrive monologhi, racconti e commedie. Pubblica due libri “Radici, Ricordi e natura” e “Odori di mestieri- Racconti e monologhi”. Per lei la poesia è tutto. Così motiva la sua passione per la poesia “….mi purifica, mi libera da certi momenti oscuri. E’ come una luce, un lampo che si accende e vedi chiaro….”. Nella sua poesia possiamo ritrovare una miriade di luoghi diversi, situazioni, sensazioni che permettono di intravedere una donna con tutte le sue speranze, le gioie, le delusioni. Attraverso queste poesie è facile cogliere il suo sguardo malinconico sul passato, come se fosse rimasta ferma a quel tempo andato; istanti fotografati dalla sua mente e trasformati in immagini vive e nitide della sua infanzia. La sua è una poesia semplice. Nei suoi versi c’è tutto il suo mondo interiore; non solo il passato ma anche il presente; piccoli momenti che lei riesce a descrivere con parole semplici, spontanee ed immediate. Così scrive Luisa Da Domo, insegnante di dizione e teatro, “Giuseppina Melidoni scrive non per professione ma per amore, per dono; sarebbe quindi fuori luogo soffermarsi a considerare stile, distacco, tono, ritmo, bensì l’atto in se stesso”. Ed è questo quello che noi faremo leggendo le poesie di Giuseppina; andremo al di là di ogni forma e figura retorica, concentrando la nostra attenzione su quanto lei ci vuole trasmettere e cercando di fare nostra un poco della sua saggezza.

                                                                                                    Mimma Cotroneo

 

RICORDI PREZIOSI

 

Ricordo quelle estati,

quanta strada si faceva a piedi per il raccolto…

Da bambina mi portavano  

Di buon mattina in campagna:

ero io che ci volevo andare

perché, per me, era una festa.

Seduta sul muretto della vigna

Sulla Costa Viola,

con le gambette penzoloni,

seguivo il vento che veniva da lontano

accarezzandomi il viso,

mentre il fresco mi rigenerava, le foglie suglu alberi e delle viti

mandavano una musica soave.

Guardavo le donne sull’albero

Che raccoglievano i fichi con la goccia d’oro

Riempiendo grandi cesti.

Salutavo di tanto in tanto il mare

E il paese che vedevo da lontano.

Le mie gambette ballavano

Mentre assaporavo quella frutta fresca

Con la rugiada:

L’estremità del fico con il latte

Bruciava le mie dita

E il dolce succo

Si attaccava nelle mie piccole mani:

Come è dolce, piacevole, tenero ricordare.

 

 

PENSIERO

 

Amo il mio paese

Perché,

sin da giovanissima,

ne sono stata

per tanto tempo lontana.

La sua bellezza accattivante,

il fascino e la natura

li porto sempre

nel mio cuore

 

 

CALDO NATALE

 

Ricordo il presepe, un vero paesello,

il papà mio non faceva mancare nulla per addobbarlo…

Si raccoglieva muschio su per la collina,

con la carta stagnola si facevano le stelle,

e a me, che ero la più piccina e magrolina,

mio papà mi arrampicava sul grande presepe

per appoggiare toppe,

casette e pastori fino alla cima.

Ricordo l’albero di Natale tutto profumato e solare,

le palline erano arance, mandarini e torrone.

Ogni mattina puntuali

Musicisti e ciaramelle con canti di Natale

Davanti alle porte si mettevano a suonare.

Per il mio presepe ch’era uno dei più belli,

dentro casa volevano entrare

e lasciavano melodie di Natale.

Io, in quei giorni, andavo tardi a scuola

Perché li volevo sentir suonare.

Ricordo i giochi per noi bambini,

sul tavolo scivolavano noci e noccioline,

per dolci tanti fichi secchi, zeppole e torrone.

Per il cenone la mamma preparava

Stoccafisso, pesci, baccalà e tante cose buone

Come voleva la tradizione.

Poi si giocava a tombola e alle carte.

A mezzanotte con i lumini accesi,

si cantava “Tu scendi dalle stelle”,

mamma posava sulla paglia il Bambin Gesù

e tutti i pastori, i Re Magi davanti alla grotta

adoravano il Bambinello.

 

 

ALBERO DI MELOGRANO

 

Casa mia, terra mia natìa……

Nel giardino che è dietro la mia casa

C’è sempre stato un albero di melograno.

Ora è vecchierello

Ma si regge ancora bene.

Albero giocondo, tu mi davi tanta gioia,

da piccina ti guardavo spesso,

ero attratta dalla tua fioritura

e dai grappoli dei tuoi frutti

spaccati, tanto erano maturi.

Ti disegnavo spesso nel mio quaderno,

eri l’albero mio preferito.

Sotto i tuoi rami giocavo

Con le mie amichette

A fare la bottegaia,

pesavo i tuoi chicchi grossi

con la bilancina

fatta di lattine di lucido per le scarpe.

Tu eri il cibo che io vendevo.

Da un tempo molto lontano

Non ho più rivisto i tuoi frutti

Perché nel periodo

In cui i tuoi frutti maturano

Non mi trovo più nella mia casa natìa.

La vita è fatta così!

Ma da pochi anni

Ho trovato un albero della tua razza,

l’ho piantato nel mio balcone

in mezzo a tram, macchine, inquinamento.

Con tanto amore lo sto curando.

La natura così forte mi ha regalato quest’anno dei frutti…

E aspetto con ansia i chicchi belli

Come quegli anni lontani

Quando li pesavo con la bilancina

Che io avevo costruito per te.

 

ACQUA VIVA

 

Acqua vivente

Che sgorga dalla roccia,

chiudo gli occhi e vedo cristalli di luce

che mi entrano nell’anima.

Il mio corpo si lava

E non ha alcun male,

la gioia mi assale.

Mi soffermo…

Guardo l’acqua che zampilla

E va a valle.

Un giardino di fiori immagino

E terra arida che ha sete.

La natura ha bisogno di acqua!..

E non si dà pace…

Arriva la pioggia

Bagna la terra

Cantano i fiori

E tutto gioisce.

 

FELICITA’

 

Non cercare altrove

La felicità,

non vagare con la tua mente

in cerca di felicità.

Non la troverai mai.

La felicità

Trovala in te stesso

È lì che la trovi;

anche se guardi un fiore

trovi felicità

perché gli occhi sono i tuoi.

Se sorridi a qualcuno

Il sorriso esce da te,

se dai amore

perché sei tu che ami,

se ami la tua casa

troverai tesori di felicità.

Cerca dentro di te la felicità

Perché sei ricco

E puoi darne ad altri.

 

PER LE MAMME

 

Stasera mi sento come un bambino,

fragile…Ho bisogno di te , mamma…

iI segni del tempo nel tuo volto di fatiche,

le rughe che hai nel tuo bel viso

risplendono di purezza e sei più bella.

Io ho un mondo fatto di silenzio e malinconia.

Mi devo confessare!...

Senza di te non mi sento niente.

Ho studiato tanto e a volte ti rispondevo male,

pensavo che capivo più di te perché ero istruito.

Ero distratto, stanco, a volte ti sgridavo.

Arrivato alla laurea…

Pensavo che non avevo più bisogno di te.

Io avevo studiato…e tu no,

non capivo quanta intelligenza avevi tu

e faticavi, e faticavi per darmi sempre di più.

E ti ho fatto sentire male e anche piangere.

Adesso…ho capito quanto tu vali.

Stasera una luce è entrata in me,

ti vedo chiara, bella come una stella.

Forse nei miei occhi, che tu vedi sereni questa sera,

leggi la saggezza dei miei sguardi.

E ti fanno bella, serena e luminosa come il sole.

Mamma, io ho sempre bisogno di te e sei contenta.

Stasera ti vedo bambina e ti porto dove vuoi tu

Per farti ricordare quegli anni della tua giovinezza.

Mamma….

Il tuo viso deve sempre brillare

Come stasera…

La mamma dà la vita

Ti culla, ti cresce, non è mai stanca per te.

La mamma è la tua stella che brilla per la tua vita.

Mamma come sei bella stasera!!!..

Scusami mamma.

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 30 Luglio 2010 23:30 )