E CI RISIAMO…
Puntualmente all’avvicinarsi della Festa del nostro Santo patrono San Rocco, iniziano ad apparire manifesti da parte di operatori economici di tutta la Provincia (…e oltre) che pubblicizzano non la Festa religiosa ma solo lo spettacolo pirotecnico di mezzanotte, estrapolandolo dal suo contesto naturale che è quello religioso e presentandolo solo come evento turistico.

I titoli sono... molto vari: “Fuochi di Scilla”, “Spettacolo a Mare”, “La notte dei Fuochi”, “Panino+bibita+fuochi= €….”, “Serata dei fuochi in spiaggia+musica+cocktails=€….”, “Notte di San Rocco a Scilla e matrimoniale disponibile al prezzo di €….” ecc... ecc…
 
alt
 
 
Quello che ormai da alcuni anni ci sforziamo di spiegare è che lo spettacolo pirotecnico di mezzanotte nel tempo ha assunto un vero e proprio significato di richiamo turistico (due amici miei della Valle d’Aosta hanno trovato il tutto esaurito quella notte) e la domanda che continuiamo a rivolgere è questa: “possibile che, in aggiunta a tutto il carico che l’organizzazione della festa patronale comporta, debba continuare ad essere proprio la parrocchia ad organizzare e pagare i fuochi di mezzanotte che costituiscono un mero richiamo turistico, propagandato dagli operatori del settore e utilizzato a scopo di lucro per l’indubbio ritorno economico che comporta?”.

Premesso che non siamo contrari a tutto questo e che anzi lo vediamo positivamente per lo sviluppo economico e culturale di Scilla (molti nostri ragazzi lavorano proprio in estate e grazie a queste iniziative), non riusciamo a capire perché gli enti pubblici o le associazioni di categoria non investano su questo spettacolo, magari facendolo diventare un vero e proprio Festival dei Fuochi (con un’offerta turistica integrata e coinvolgendo contemporaneamente più industrie pirotecniche) e sgravando la parrocchia che ha dei limiti oggettivi (quest’anno lo spettacolo viene garantito grazie alla mia personale responsabilità), che non è chiamata a queste competenze e che vorrebbe impegnarsi maggiormente nel campo dell’annuncio, della solidarietà e nell’opera titanica di mantenimento delle sue ben otto chiese, quasi tutte riconosciute come beni culturali e spesso salvate appena in tempo dal crollo, come il caso della chiesa baraccata di San Giovanni, unico testimone del terremoto del 1908, in corso di restauro.

A questo proposito mi sembra assurdo l’essere stati costretti ad anticipare il pagamento di una fattura che doveva coprire Terna come contributo ai lavori della chiesa di Favazzina, e poi, nonostante la recente petizione popolare (dove tutte le famiglie hanno chiesto di inserire la chiesa nelle opere compensative perchè ritengono sia la priorità a tutto il resto), accettare che la stessa sponsorizzi eventi di piazza. Domenica scorsa, mentre si usciva dalla Messa, avevo il desiderio di abbracciare tutta quella gente che ha affollato la chiesa di Favazzina e inevitabilmente mi sono chiesto cosa sarebbe quella frazione se non ci fosse la chiesa per raccogliere tutti e rappresentare l’unico presidio di socialità e di aggregazione…

Chiedo scusa anticipatamente se questo sfogo ha potuto urtare qualcuno ma non era questo lo scopo!

Continuiamo a proporre “la perla preziosa” che i nostri Santi ci indicano con la vita e il tesoro incalcolabile dell’ininterrotta esperienza di adorazione eucaristica nella nostra Comunità. Tutto il resto lascia il tempo che trova!

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 12 Agosto 2013 10:18 )