C'erano una volta gli Africani a Rosarno
Guerra tra bianchi e neri, ribellione dalla schiavitù, caos, emergenza, fuga. Sono queste alcune espressioni usate dai mass media per descrivere quanto sta accadendo in questi giorni. Non stiamo parlando di un paese del Terzo Mondo ma di Rosarno, a pochi kilometri da casa nostra.
“Gli Africani salveranno Rosarno” sosteneva nel suo libro Antonello Mangano, che l'Azione Cattolica di Scilla aveva ospitato al salone parrocchiale quando ancora la realtà disumana degli immigrati impegnati nella raccolta delle arance nella Piana di Gioia Tauro era una problematica solo locale, sconosciuta anche ai più vicini. La speranza che proviene da questi immigrati che credono ancora nel futuro, nonostante vivano in condizione di sfruttamento e in una quotidianità fatta da continui soprusi e violenze, è il messaggio che quell'incontro ci ha lasciato .
Un messaggio positivo e un insegnamento da parte di chi non si è piegato ai ricatti e alle vessazioni ma si è rimboccato le maniche lavorando sodo nelle nostre campagne, altrimenti spopolate. Da più di un mese da quell'incontro, la situazione è completamente sfuggita di mano. È esplosa con una violenza inaudita quella realtà fatta di una convivenza mal sopportata, di condizioni di vita al limite della sopravvivenza. Costretti a vivere in ex fabbriche abbandonate, senza acqua e luce, a lavorare per pochi soldi e soprattutto a sopportare la violenza gratuita di balordi e mafiosi, gli immigrati hanno detto basta e iniziato la loro protesta, in seguito al ferimento di due extracomunitari, che si è trasformata in una vera e propria rappresaglia.
Anche il Pontefice nell'Angelus di oggi ha fatto sentire la sua vicinanza verso gli immigrati, invitando tutti al rispetto verso l'uomo.
Eppure attorno a questa realtà non esisteva solo discriminazione e intolleranza ma si era creata una vasta rete di solidarietà fatta di volontari, sia provenienti dal mondo dell'associazionismo che singoli cittadini sensibili, che si dava da fare per garantire il minimo necessario e per far sentire i lavoratori rosarnesi meno soli.
Anche a Scilla, il Masci aveva promosso nel periodo di Natale una raccolta di indumenti e di coperte, a cui la comunità aveva risposto generosamente. Perchè esiste anche quella Calabria che non esita a tirare fuori il suo amore verso il prossimo, che sa mettere insieme le sue forze positive per farsi carico delle problematiche più impensabili.
Ma evidentemente questo non basta. Lo Stato ha dimenticato questa fascia di umanità, frutto di un'economia malata e di una politica razzista.
Adesso quella raccolta di indumenti non sarà mai consegnata agli africani, perchè sono stati allontanati da Rosarno e portati chissà dove, sperando che la situazione vissuta in questi giorni non si ripeta altrove.
Giusy Nuri
Ultimo aggiornamento ( Martedì 12 Gennaio 2010 16:04 )