Sabato 21 Novembre, presso i locali del Salone Parrocchiale, si è tenuto un incontro con Antonello Mangano, autore del Libro: “Gli Africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche L’Italia”, organizzato dai giovani dell’Azione Cattolica di Scilla. Dopo una breve introduzione da parte di Giovanni Bellantoni e Giusy Nuri, Antonello Mangano, attraverso filmati e foto,  illustra la situazione dei lavoratori africani nella Piana di Gioia Tauro.

L’argomento suscita molto interesse fra i partecipanti. In particolare, alcuni spezzoni di un documentario hanno messo ben in risalto una cruda realtà presente a pochi kilometri da casa nostra: quella degli africani impegnati nel lavoro stagionale della raccolta delle arance nelle campagne di Rosarno. Una vera e propria denuncia sulle condizioni di vita di centinaia di lavoratori, che vivono in una situazione estrema, al limite della sopravvivenza. Ma la cosa ancora più grave  è che non c’è in atto alcun intervento per rendere dignitosa la vita di persone, che nonostante tutto credono ancora nel futuro. Anche se continuano ad essere  additati dai media come clandestini, e di conseguenza pericolosi, marginali, portatori di problemi e malattie, in realtà sono persone che hanno solo voglia di lavorare, inserirsi e divenire parte integrante della società.

Ed inoltre, mentre gli italiani, il più delle volte, non  trovano il coraggio di ribellarsi, gli africani di Rosarno lo hanno fatto, denunciando i soprusi e le prepotenze di cui sono vittime. Un insegnamento di forza e di speranza che proviene da persone,che sono venute in Europa per fuggire dalla povertà dei Paesi di provenienza e si ritrovano, tutt'ora, sfruttate, malpagate, umiliate e vittime di episodi di violenza, estorsioni e rapine. Si tratta di una popolazione schiava del sistema mafioso e di un'economia malata. Una realtà che sottolinea il dramma della nostra era.

Sono richiedenti asilo, lavoratori che hanno perso il contratto di lavoro e quindi il permesso di soggiorno, immigrati precari convinti di trovare al Sud un ambiente meno ostile. La necessità li spinge, invece, ad uno stato di lavoro servile, ad essere sottoposti a violenze e ricatti. L’atto di ribellione degli africani può essere visto come un simbolo di salvezza per tutti coloro che vivono non solo a Rosarno ma in tutte le aree oppresse da forme di potere basate sull’aggressività e sulla prepotenza.

I giovani di Ac hanno riflettuto su questo argomento in un confronto diretto con l'autore. L'impegno è quello di continuare a "guardarsi intorno" e a conoscere una realtà, che non può lasciarci indifferenti. Le proposte dell'autore di una via d'uscita da questa situazione, come quella che prevede una sanatoria per gli immigrati di Rosarno, sarà ancora oggetto di prossimi dibattiti all'interno dei gruppi di Ac.

 Giusy Mortelliti 

Ultimo aggiornamento ( Martedì 24 Novembre 2009 01:05 )