Ricordare per non dimenticare. E' questo il senso della giornata della memoria, celebrata per la decima volta in Italia il 27 gennaio 2010. Alla commemorazione delle vittime della strage nazista si unisce il commosso e vivo ricordo rivolto a coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati.  Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, sono stati commessi crimini inaccettabili, incomprensibili, di una crudeltà disumana. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia. 

Molto incisive le parole del papa Benedetto XVI, il quale ha ricordato tutte le vittime di un cieco odio razziale e religioso e ha auspicato che non si ripetano più simili tragedie. La memoria di tali fatti, in particolare del dramma della Shoah che ha colpito il popolo ebraico, secondo il nostro pontefice, devono suscitare un sempre più convinto rispetto della dignità di ogni persona, perché tutti gli uomini si percepiscano una sola grande famiglia.

Significativo l'intervento alla Camera di Elie Wiesel, premio Nobel per la pace, sopravvissuto al dramma della Shoah. La sua vita e le sue opere testimoniano come al male ci si possa ribellare, sopravvivendo, ricordando e mostrando che ciò che un'ideologia folle voleva cancellare dalla terra è oggi più vivo che mai. Wiesel ha lanciato al mondo una domanda provocatoria, ma carica di speranza. "Volevano ad ogni costo uccidere l'ultimo ebreo sul pianeta. Oggi ci si potrebbe chiedere: perché la memoria, perché ricordare, perché infliggere un dolore tale?" Poi la risposta: "In fondo per i morti è tardi ma per i vivi no. Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere, prendere coscienza".

Ridurre questa giornata ad una semplice celebrazione non ha senso. E' importante dedicare una riflessione profonda che ci aiuti a rafforzare una consapevolezza : che l’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. E'  fondamentale che le nuove e future generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi. 

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”(P. Levi).

La conoscenza ci deve aiutare ad essere persone migliori, pronte ad accogliere l'altro. Mai più scritte antisemite sui muri. Mai più sguardi di odio e disprezzo nei confronti dei fratelli che hanno un colore di pelle diverso dalla nostra.Mai più barriere tra noi e coloro che professano un'altra religione. Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti.

Vittoria Nuri

 

 

 

 

 

 



 

 

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 28 Gennaio 2010 20:57 )