Martedì 12 gennaio violentissime scosse di terremoto hanno seminato morte e distruzione ad Haiti, in particolare nella capitale Port-Au-Prince, facendo più di 200 mila vittime. La terra ha tremato quattro volte nel giro di tre ore, ma la prima è stata devastante per sconvolgere il paese più povero dell’intero continente americano. A terribili scosse si sono susseguiti crolli anche di grandi edifici pubblici tra cui il palazzo presidenziale e tre ospedali. Morte e distruzione è ciò che si è presentato agli occhi dei soccorritori. Non solo. Mancanza di acqua potabile e cibo, i corpi ammassati in strada e c’è stato chi ha approfittato del dramma per assaltare e saccheggiare i negozi rimasti ancora in piedi. In mezzo a tanta disperazione si è parlato di miracoli ad Haiti per i numerosi estratti vivi dalle macerie, anche a distanza di due settimane. La diffusione di malattie è una delle principali preoccupazioni sull’isola caraibica, gruppi di soccorso lottano per accelerare la consegna delle forniture ai sopravvissuti del terremoto.

Immediatamente dopo le scosse, il pensiero è andato agli orfani. Di fronte alle migliaia di bambini abbandonati alla loro sorte, a rischio di cadere in mano della criminalità organizzata o nel mercato delle adozioni illegali, si sono moltiplicate le richieste delle famiglie di tutto il mondo interessate ad adottare i bambini haitiani. Ma le organizzazioni internazionali da subito hanno messo in guardia dai rischi di azioni frettolose, dicendo che è essenziale innanzitutto cercare di riunire i bambini alle loro famiglie, verificando che davvero i piccoli non abbiano più alcun parente stretto che possa o voglia prendersi cura di loro.

Sono pervenuti aiuti da parte di numerose nazioni, seguiti da appelli di solidarietà lanciati da organizzazioni umanitarie italiane e internazionali. Il mondo intero si è mobilitato in soccorso dei terremotati, ma non sono mancati i disagi. Nonostante la macchina degli aiuti si sia attivata massicciamente, la mancanza di coordinamento e la vastità dei danni hanno ostacolato la distribuzione del cibo e dell’acqua portando a crescenti tensioni tra la popolazione.

Un appello per Haiti è stato lanciato anche da papa Benedetto XVI. "Mi appello alla generosità di tutti - ha detto il Papa - affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della Comunità internazionale".

La Parrocchia di Scilla, per stare vicino al popolo haitiano, ha contribuito nel suo piccolo. Il gruppo missionario si è adoperato per raccogliere le offerte da inviare alla Caritas Italiana. Gesti concreti ma anche vicinanza con la preghiera.In una veglia , organizzata dall'Azione Cattolica e Agesci, la comunità ha pregato in modo particolarmente sentito perchè la speranza non abbondoni questa sfortunata umanità.

Santina De Franco

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 05 Febbraio 2010 22:00 )