Uno spazio a questioni di natura sociale è stato dedicato nella  nostra comunità parrocchiale all'interno di alcune iniziative. In particolare, durante la giornata diocesana giovani di AC e alla fiera dell' Immacolata è stata portata avanti la protesta contro l'emendamento sulla vendita all'asta dei beni confiscati alle mafie, attraverso la raccolta firme per aderire all'appello “Niente regali alle mafie, i beni sono cosa nostra" .

 L'iniziativa promossa da "Libera, associazione, nomi e numeri contro le mafie", ha entusiasmato i giovani pervenuti da tutta la diocesi che, in occasione della giornata giovani AC, hanno in tanti firmato l'appello. La raccolta firme è proseguita, grazie alla presenza del referente del coordinamento reggino di Libera Mimmo Nasone, nello stand dell'associazione, il giorno della fiera dell'Immacolata.

L'appello, lanciato con grande passione da don Ciotti, ha smosso le coscienze e ha invitato tutti noi a riflettere su un tema molto delicato. Non molti anni fa il Parlamento approvò una legge che prevedeva l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Una grande conquista per chi lottò con tutte le proprie forze per sottrarre ai clan le ricchezze conquistate illegalmente. Oggi un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. Questo vuol dire che le organizzazioni mafiose potranno farsi avanti per comprare beni immobili appartenuti ai boss, simboli del loro potere, costruito con il sangue.

 Le voci del Paese, che in questi giorni si stanno esprimendo contro la vendita dei beni, rappresentano il volto onesto, pulito e coraggioso dell'intera nazione. Molte di queste voci appartengono ai familiari delle vittime di mafia che chiedono al governo un atto di responsabilità: non approvare alla Camera l'emendamento. Quello che urge è piuttosto un'azione che indaghi per individuare le ricchezze dei clan, norme che rendano più semplice il riutilizzo sociale dei beni e che i soldi e le risorse finanziarie sottratte ai clan vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia. I beni confiscati e riutilizzati sono “cosa nostra” , della collettività e non un bene esclusivo!E' questo il grido sollevato da tutte le persone che hanno abbracciato la campagna di Libera, mossi dal desiderio di vivere in un Paese civile.

                                                                                                                                       Vittoria Nuri

                                                                                                                            

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 10 Dicembre 2009 15:45 )