Lettera aperta su "Scilla, capitale della 'ndrangheta"
Riceviamo e pubblichiamo:
LETTERA APERTA
Al Signor Sindaco
Le affermazioni fatte dal conduttore della celebre trasmissione "Terra!" nel corso della puntata di martedì 23 u.s. a proposito di “Scilla: capitale della ndrangheta” calabrese assumono un rilievo ed una portata tale che non possono essere liquidate con una semplice querela o denuncia di parte che dir si voglia.
Ho dovuto ascoltarle e riascoltarle parecchie volte per convincermi che erano reali e vere.
Certo, non é la prima volta che contrabbandano immagini di Scilla spacciandole per Tropea, recentemente con Messina, ed io stesso ho dovuto subire l'onta della vergogna di vedere un comune immobile a fronte di intere scene della celebre fiction "Gente di Mare" girate a Scilla con i cartelli indicanti la pur non meno celebre città calabrese.
Adesso, però, si è oltrepassato il segno.
Per innumerevoli ragioni che non sto qui a enumerare, tanto sono ovvie, bisogna reagire alla grande e sullo stesso terreno usato da questa bieca società delle immagini, delle finzioni, delle trovate, dei coup de teatre che muovono l'economia televisiva che il più delle volte é costretta ad inventarsi le notizie, come nel nostro caso, per colpire quindi fare breccia sull'incolpevole utente manipolato consumatore finale.
E quale migliore trovata se non quella già sperimentata con successo della "bella e la bestia"? Del bene e del male? Del bianco e del nero, quindi dei contrasti, per fare audience che per una televisione commerciale é fondamentale per essere appetibile al mondo della produzione per la pubblicità?
La proposta che abbiamo pensato con Mimmo Sgroi nelle nostre consuete analisi in quel "Peripathos" rappresentato per noi dai ristretti viali della villetta comunale é quella di una marcia a piedi del primo cittadino a Roma, quantomeno annunciata e avviata, accompagnato dietro dalla macchina dei VV.UU con un medico, per protestare direttamente con il Capo della Stato mentre dovrebbe essere convocato in seduta straordinaria e permanente un Consiglio comunale aperto a tutti i cittadini, associazioni, forze politiche ed imprenditoriali.
Occorrono gesti forti orientati a generare attenzione mediatica, come quello di incatenarsi come giunta municipale di fronte al palazzo del governo per determinare un pronunciamento garantista del Presidente del Consiglio o della Repubblica in difesa di una Comunità oltraggiata.
Certo, siamo ben consapevoli che tale proposta, lanciata così ex abbrupto potrebbe prestarsi a diverse considerazioni ma non é nostro compito la gestione politica di questa scabrosa vicenda.
Ovviamente a sentirsi offesi dovrebbero essere anche i presidenti della Giunta Regionale e Provinciale anche per aver pronunciato il più importante Sì della vita nella capitale della mafia calabrese; il loro coinvolgimento è essenziale.
Non é il momento dei pannicelli caldi!
Questa é l'occasione per chiedere il conto a tutti del nostro mancato sviluppo e dei mancati investimenti che ci meritavamo e che non abbiamo la forza politica per ottenere oltre che per risanare le magre casse comunali. E chi ha contribuito a creare tutto questo disastro finanziario in danno della collettività dovrebbe, per coscienza, rimboccarsi le maniche e darsi da fare senza trovare l'ennesima occasione per mettere in difficoltà un sindaco o fare speculazione politica. Questo è un momento in cui bisogna essere uniti come paese, fornendo all'esterno il volto di una Comunità matura.
Questa é l'occasione per rispolverare, nel caso non l'avessimo perso completamente, quell'orgoglio di Scillesi che nella storia ha sempre caratterizzato il nostro popolo chiamando a raccolta anche gli intellettuali calabresi e dell'Italia intera a firmare una petizione a favore di Scilla per essere pubblicata sui maggiori quotidiani nazionali ed internazionali: altro che "conferenzina" stampa da appena un trafiletto sul maggiore quotidiano locale!
E chi più ne ha più ne metta: se non ci ribelliamo come popolo adesso penalizzati due volte nell'orgoglio per la chiusura di un ospedale non fatto dalla politica ma dai nostri concittadini d'oltre oceano ed adesso nella dignità nell'essere passati come capitale del malaffare come facciamo a dire fuori, per come abbiamo sempre fatto, altezzosamente, che siamo di Scilla?
Cordialità
Pietro Bova
Ultimo aggiornamento ( Giovedì 26 Aprile 2012 08:11 )