In un Paese come il nostro, che non può non definirsi cristiano, vietare l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche sarebbe come nascondere una parte di noi stessi, della realtà del Paese.

 

La sentenza della Corte europea, viene criticata non solo dal consiglio dei ministri, ma da molti cittadini italiani credenti e non. Nota a tutti, infatti, anche agli atei, è la millenaria tradizione  religiosa italiana.

 

Anche la Cei (conferenza episcopale italiana), afferma che la sentenza della corte di Strasburgo suscita amarezza e perplessità. "Si rischia di separare artificiosamente- si legge nel comunicato della Cei- l'identita' nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali, mentre non e' certo espressione di laicita', come ha detto il Papa, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilita' a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche'' .

La maggior parte degli italiani vuole rimanere saldamente ancora attaccata alla tradizione del crocifisso, inteso come simbolo d’amore e sacrificio.

Cristo morendo sulla croce ci ha liberati dal peccato e ci permette di rinascere a vita nuova al solo “patto” di “amarci gli uni gli altri”, qualsiasi siano le nostre origini e la nostra cultura, poiché tutti “figli di Dio e fratelli in Cristo”.

 

L’idea di un referendum in merito, forse sarebbe tanto inutile quanto scontato il suo esito, l’unanimità cioè contro la sentenza Ue.

 

A sollevare il problema è stato un nucleo familiare il cui pater familias, pur avendo ricevuto il sacramento del battesimo, sceglie, dopo circa una cinquantina d’anni, di cancellare il suo nome dall’elenco dei battezzati e, nel frattempo, di crescere i suoi figli educandoli, vivendo all’ombra dell’ateismo. Scelta rispettabile e indiscutibile.

 

Ma poiché, come è noto, l’ateismo afferma la non esistenza di alcuna divinità, perché la famiglia Albertin continua a dare tutta questa importanza ad un simbolo che, secondo la filosofia dell’ateismo, dovrebbe essere tutt’altro che tenuto in considerazione?

 

È una delle tante contraddizioni che hanno scatenato le polemiche e lo scompiglio tra cattolici e non, che non hanno mai considerato il crocifisso una minaccia alla libertà religiosa, ma un segno che unisce tutta l'umanità. 

 

 

                                                                                                                           Natalì

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 09 Novembre 2009 22:02 )