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Francesco Cosenzaermanno salvatore Il barbiere di New York Una storia che inizia a Scilla e termina a Tagliacozzo Era un pomeriggio di Agosto quando il computer della nostra redazione ci segnalò l’arrivo di una email inviata da Piero Leucadito, un affezionato lettore che ci chiedeva notizie sui viaggi in America del nonno Francesco, nato a Scilla (RC) e morto all’età di novant’anni per una tragica casualità. Era l’estate del 1970, da alcuni anni Piero insieme al nonno e alla sua famiglia trascorreva le vacanze a Tagliacozzo nella sua casa in Via Borgovecchio.
C’era il sole quella mattina d’agosto e come tutte le mattine l’anziano genitore uscì di casa con il suo bastone da passeggio per fare la solita camminata. Avrebbe raggiunto i giardinetti per leggere un giornale e riposarsi su una panchina. Purtroppo mentre si rialzava per tornare a casa, una gamba cedette ed il povero Francesco cadde di peso a terra. Quel banale incidente gli procurò la frattura del femore e nonostante il ricovero in un ospedale di Roma non ci fu nulla da fare per il nonno che morì nel giorno di Ferragosto. Fu sepolto nella tomba di famiglia al Verano. Al funerale c’era solo il nipote Piero con sua moglie. Ma chi era Francesco Cosenza, come visse i suoi novant’anni tra l’America e l’Italia? Pietro Cosenza
Il porto di Ellis Island – New York Per trovare la prima registrazione di Pietro in terra americana bisogna Passenger Record di Cosenza Pietro Quella domenica Pietro dichiarò ai funzionari dell’immigrazione che era sposato con Marianna Martella, di undici anni più giovane. Dichiarò anche di avere una sorella di nome Rosa che era rimasta a Scilla. Inoltre disse di avere altri due figli oltre a Giuseppe che si chiamavano Francesco e Maria. I due ragazzi vivevano da qualche anno a New York nella casa di Mulberry Street dove Pietro andava a vivere e dove era diventato famoso per essere il miglior sarto di Little Italy. Il nostro “sailor” sapeva leggere e scrivere, aveva in tasca 10 dollari quando sbarcò dalla nave. Dichiarò inoltre che erano trascorsi sedici anni da quando mise piede per la prima volta negli Stati Uniti d’America. Alle visite mediche risultò sano di mente e senza alcuna menomazione fisica. Era alto 5 piedi e 3 pollici (circa 1 mt e 60 cm.) I capelli e gli occhi erano castani. Quel viaggio Pietro lo fece insieme ad un suo compaesano che si chiamava Bellantoni Candeloro di 21 anni che si recava dallo zio Rocco al n.15 di Spring Street a New York. Trojan Prince: anno 1896 - 3273 Ton.- 1300 passeggeri- 22 km/h Francesco Cosenza Quel 14 maggio del 1894 cadeva di lunedì ed uno splendido sole illuminava la baia di New York. Ai funzionari dell’immigrazione Francesco dichiarò che Il ragazzo tornerà ancora in America nel 1898. Questa volta aveva 18 anni e stava diventando un ottimo barbiere, tutta la comunitàitaliana cominciava a conoscerlo. In quegli anni Francesco imparò anche l’inglese e la conoscenza della lingua gli consentì di arruolarsi a 21 anni come marinaio nel reparto interpreti della Marina Militare italiana. Nel 1901, a seguito del successo di una missione in Cina, gli fu assegnata una medaglia commemorativa per ricordare il suo ruolo di interprete durante i numerosi incontri con le delegazioni internazionali. Terminato il servizio di leva, conobbe e sposò una giovane maestra di Scilla. Si chiamava Domenica Versace, due anni più anziana di lui. La maestra insegnò per quarant’anni alle elementari di Bagnara Calabra e per questa sua lunga attività didattica le fu conferita una onorificenza ed una medaglia d’oro. Domenica e Francesco misero al mondo sei figli. Uno purtroppo morì precocemente. Gli altri, Pietro, Rosina ed i gemelli Italo e Santino seguirono il padre in America. L’unica figlia che rimase insieme alla madre, che non volle mai lasciare Bagnara ed i suoi alunni, fu Olga, la mamma del nostro amico lettore. I figli di Francesco Cosenza: Pietro, Rosina L’anziana maestra mori a Roma nel 1964 all’età di 86 anni. Vicino a lei c’era il marito Francesco che dopo tanto tempo vissuto in America era tornato definitivamente in Italia per vivere il resto dei suoi anni con la moglie. C’era anche la figlia Olga con il marito Enrico, un alto ufficiale dei carabinieri. Un drappello militare rese gli onori alla salma di Domenica nel giorno dei funerali. Ma torniamo a Francesco che a 29 anni tornò nuovamente negli Stati Uniti. Arrivò a New York il 23 settembre del 1908 a bordo del bastimento SAN GIORGIO partito dal porto di Messina il 7 di quello stesso mese. Il “San Giorgio” fu costruito nel 1886 nei cantieri di Southampton in Inghilterra. In un primo momento doveva chiamarsi “The Shakespeare “ poi l’anno successivo fu venduto ad un armatore italiano che cambiò il nome in San Giorgio. La nave fu acquistata esclusivamente per il trasporto degli emigranti italiani. La sua rotta fino al 1920 fu sempre la stessa: Napoli – New York. Il piroscafo poteva trasportare 920 passeggeri ma solo a 20 di loro era riservata la prima classe. Tutti gli altri, che non venivano chiamati “passengers” ma “south italians”, avrebbero viaggiato accatastati nelle grandi camerate vicino alla sala macchine. Agli uffici dell’ immigrazione Francesco, che nel frattempo era diventato cittadino americano, dichiarò che sapeva leggere e scrivere, che era sposato, che aveva pagato con i propri soldi il biglietto di viaggio e che in quel momento aveva in tasca 20 dollari. Alle visite mediche risultò idoneo, non aveva menomazioni né fisiche né mentali. Era alto 5 piedi e 2 pollici (circa 1mt e 58 cm). I capelli erano neri e gli occhi castani. L’unico segno particolare era dato da alcuni “moles on the face” semplici ed innocui nei sul viso. Quel mercoledì di settembre il suo sogno si era avverato, ora si faceva chiamare Frank, non era più un “alien passenger“ ma un “not immigrant”. Ora viveva a New York insieme al fratello Giuseppe ed alla sorella Maria, al n. 22 di Spring Street poco distante da quello che diventerà uno dei quartieri più famosi di New York: Broadway . Passenger Record di Francesco Cosenza La vita di Francesco Cosenza anche se piena di sacrifici e di duro lavoro fu costellata da molti successi. Il suo “barbershop” era tra i più frequentati di New York e la ricchezza non tardò ad arrivare. Anche i quattro figli che lo avevano seguito trovarono ben presto una loro strada.Pietro, il primogenito, a cui fu messo il nome del nonno, imparò il mestieredi pasticcere. Pietrino, come tutti lo chiamavano, aprì una pasticceria a Port Chester tra Yonkers e Stamford e divenne famoso perché inventò la torta nuziale a più piani per la felicità degli sposi e degli invitati. Pietro mise al mondo due figlie Rita ed Alba. Quest’ ultima ha intrapreso la carriera di ricercatrice in un ospedale di Bathesda a poche miglia da Washington e benché coniugata non ha mai rinunciato al suo cognome italiano. Al battesimo del figlio adottivo ha avuto un padrino d’eccezione, George Bush senior, non ancora eletto alla Presidenza degli Stati Uniti. Rosina, l’altra figlia di Frank Cosenza, si sposò con un italiano che lavorava nella pasticceria del fratello ed ebbe cinque figli, come nella migliore tradizione italiana. Emigranti in fila ad Ellis Island Italo, uno dei due gemelli seguì le orme del padre. Diventò ricco aprendo un grande negozio di parrucchiere. Si è sposato ed ha avuto due figli, un maschio ed una femmina. Infine Santino, l’altro gemello, l’unico della famiglia Cosenza che andò a cercare fortuna a Los Angeles in California. Cambiò il suo nome in Robert e si sposò quattro volte. Purtroppo fu l’unico della numerosa famiglia a non avere la fortuna che ebbero gli altri fratelli. Pietro Cosenza e suo figlio Francesco partirono emigranti con i loro sogni e le valige di cartone, così come fecero tanti italiani durante la grande emigrazione del 900. Arrivarono in America disperati in cerca di lavoro e con l’umiltà e l’impegno lo trovarono. Ed è grazie soprattutto a loro se oggi i nipoti ed i pronipoti vivono agiatamente nella terra che ospitò i loro nonni. Un grazie anche Piero Leucadito che mi ha dato la possibilità di ricordarli. Ermanno Salvatore: redattore della rivista Vivere la Marsica, cura da alcuni anni la rubrica: “La grande Emigrazione del ‘900. La sua attività di studioso e di ricercatore della Grande Emigrazione del 900 è resa completa da una grande capacità di scrittura che rende scorrevole la lettura dei suoi articoli e consente nel succedersi delle pagine la ricomposizione di un mosaico che ricrea nel suo insieme, i puzzle della vita di tantissimi emigrati. Per la visione degli articoli di Ermanno Salvatore collegarsi al sito: Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 23 Giugno 2010 09:56 ) |
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