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Vita della Comunità
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Centro Liturgia e Spiritualità

Arredamento liturgicoPredisporre tutto ciò che serve per la liturgia, compresi eventuali sussidi e l’arte floreale. Custodire e prendersi cura dei Vasi Sacri. Mantenere nella pulizia e nel giusto decoro gli ambienti liturgici e pastorali. L'arredamento della chiesa si ispiri a una nobile semplicità, piuttosto che al fasto. Nella scelta degli elementi per l'arredamento, si curi la verità delle cose e si tenda all'educazione dei fedeli e alla dignità di tutto il luogo sacro. Una conveniente disposizione della chiesa e dei suoi accessori, che rispondano opportunamente alle esigenze del nostro tempo, richiede che non si curino solo le cose più direttamente pertinenti alla celebrazione delle azioni sacre, ma che si preveda anche ciò che contribuisce alla comodità dei fedeli e che abitualmente si trova nei luoghi dove il popolo si raduna.
Servizio liturgico e animazione musicalePredisporre l’Azione liturgica e i suoi “protagonisti”: servizio ministranti, ministri della Comunione, Lettori, cantori, ecc… puntando al massimo coinvolgimento di tutta l’Assemblea liturgica, soggetto della Celebrazione. In particolare necessita coordinamento e armonizzazione delle diverse presenze ministeriali che interagiscono nelle celebrazioni: "La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica si faccia di comune intesa fra tutti coloro che sono interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e musicale, sotto la direzione del rettore della chiesa, e sentito il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano direttamente" (Principi e norme per l’uso del Messale Romano [PNMR], n. 73). Inoltre, le diverse possibilità di realizzazione delle celebrazioni suscitano la necessità di compiere scelte coerenti ed efficaci per una buona e serena realizzazione dei momenti liturgici. Infatti in PNMR n.313 leggiamo: "Dal momento che è offerta un’ampia possibilità di scegliere le diverse parti della messa, è necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi spettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione. L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all’Eucaristia.
Adorazione Eucaristica PerpetuaOrganizzare, promuovere e coordinare l’Adorazione Perpetua nelle proposte formative e organizzative, compresa l’adorazione del giovedì. L’Adorazione è l’atto più alto di una creatura umana nei confronti del suo Creatore, mettersi ai suoi piedi in atteggiamento di filiale ascolto e di lode, reverenza e accoglienza di tutto quanto proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui basta e solo Lui conta. Chi adora pone al centro della sua attenzione e del suo cuore il Dio altissimo e creatore e Salvatore di tutto l’universo.
Pietà popolareOrganizzare e sviluppare i momenti di religiosità popolare. Bisogna comprendere linguaggio delle espressioni della pietà popolare, purificarlo e vivificarlo, per permettere alla vita di tanta gente semplice e disponibile di incontrare la fede. La festa patronale deve essere limpidamente sentita come uno dei momenti qualificanti la vita delle nostre comunità parrocchiali sotto il profilo culturale e sociale ed ecclesiale. Va perciò purificata da forme non autenticamente umane e cristiane e sottratta a scopi non limpidi e trasparenti. Gli stessi momenti di divertimento e di festa esterna devono essere in armonia con il sentire cristiano e gli insegnamenti del Vangelo. Devono evitarsi manifestazioni troppo costose e ogni forma di spreco e una quota significativa del danaro raccolto deve essere destinato a coloro che sono afflitti dalle ristrettezze della vita, in modo che questi si sentano accolti in quella gioia che nasce dalla condivisione.

Peregrinatio Mariae

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 02 Maggio 2011 05:21 )

 

Festa di San Francesco da Paola 2011

Ultimo aggiornamento ( Domenica 08 Maggio 2011 14:17 )

 

BUONA PASQUA!

Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione, prenderei proprio quel catino colmo d'acqua sporca. Girare il mondo con quel recipiente e ad ogni piede cingermi dell'asciugatoio e curvarmi giù in basso, non alzando mai la testa oltre il polpaccio per non distinguere i nemici dagli amici, e lavare i piedi del vagabondo, dell'ateo, del drogato, del carcerato, dell'omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno per cui non prego mai, in silenzio finché tutti abbiano capito nel mio...

...il Tuo Amore

Madeleine Delbrel

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Aprile 2011 06:13 )

 

La Quaresima nella vita del Cristiano

 Sono due gli elementi che hanno caratterizzato la Quaresima fin da quando ha preso forma attorno ai quaranta giorni precedenti la Pasqua: la dimensione di preparazione al battesimo per i catecumeni e quella di penitenza per i peccatori chiamati a conversione. Così recita la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium: “Il duplice carattere della Quaresima che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l’ascolto più frequente della parola di Dio e la preghiera più intensa, sia posto in maggior evidenza tanto nella Liturgia quanto nella catechesi liturgica” (n. 109).

Sono dimensioni quanto mai fondamentali per una vita cristiana adulta che si confronta con l’oggi della storia in una società secolarizzata in cui si fatica a testimoniare e discernere la differenza cristiana, ossia “la vita buona del Vangelo” che essa annuncia. Il tempo quaresimale, in questo, è davvero “il tempo favorevole”, l’occasione propizia affinché non solo i catecumeni adulti si preparino a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana, ma ogni fedele faccia memoria del proprio battesimo e rinnovi attraverso la penitenza il movimento di ritorno a Dio nella libertà e per amore. Se infatti il venir meno di un contesto sociale segnato dalla cristianità ha comportato una diminuzione della pratica cristiana da parte di quanti la vivevano per abitudine o addirittura per obbligo, oggi chi avverte con forza l’istanza di conversione che la Quaresimarichiama vi può rispondere in piena consapevolezza, libero da condizionamenti: si tratta di rifiutare gli idoli seducenti, di tentare un allontanamento dal cattivo operare per una rinnovata fedeltà all’unico Signore vivente e vero.

Gli strumenti che rendono il cammino quaresimale un percorso di liberazione segnato dall’amore sono anch’essi sapientemente ricordati dal concilio che li attinge alla tradizione millenaria della Chiesa: “l’ascolto più frequente della parola di Dio”, “la preghiera più intensa”, “una penitenza quaresimale che non sia soltanto interna e individuale ma anche esterna e sociale”, “il digiuno”, “in modo da giungere con animo sollevato e aperto alla gioia della domenica di Risurrezione” (Sacrosanctum Concilium 109-110).

La conversione, allora, sarà un ritorno nutrito e sostenuto da una rinnovata assiduità alla parola di Dio ascoltata sia nella lettura delle Scritture all’interno della liturgia sia nella meditazione solitaria e personale: lì è Dio che rinnova costantemente, attraverso i suoi profeti, l’appello alla conversione rivolto ai credenti in lui, al suo popolo. Non dimentichiamo che il Vangelo stesso si apre con l’invito di Giovanni il Battista e di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo!” (Mc 1,15; cf. Mt 4,17). E’ quindi, anche per noi oggi, sempre tempo di conversione perché‚ sempre, nonostante la vita di fede e il nutrimento sacramentale, gli idoli seducenti ci allontanano da Dio, ci inducono a dimenticare il Vangelo, a contraddire la volontà di Dio che ci vuole liberi da ogni seduzione idolatrica: sempre l’itinerario cristiano ha bisogno di “correzioni di rotta” perché sempre il divisore ci distoglie dal cammino intrapreso. Peccato e conversione non appartengono a un passato ormai trascorso, ma sono coesistenti in noi: non si è autentici cristiani una volta per tutte, ma si resta peccatori che hanno bisogno di conversione, di ritornare al Padre nella sequela di Gesù, venuto proprio per i malati e i peccatori (cf. Lc 15,7).

Ora, questa conversione – e la penitenza che rende manifesto ciò che dimora nel cuore dell’uomo – non è un mutamento solo intellettuale, un cambiare mentalità, ma è anche un modificare le abitudini di vita, un impegno pratico, “esterno e sociale” come ricorda il concilio: diventa un comportamento diverso da quello del mondo, un atteggiamento conforme ai sentimenti di Cristo. Si tratta davvero di acquisire lo sguardo di Dio sulla realtà che ci circonda, come ammonisce san Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2). Questo rende possibile anche cogliere il bisogno dell’altro, la sofferenza del debole, il grido dell’oppresso, la solitudine dell’emarginato: farsi prossimo di chi è in difficoltà diviene allora la via regale per tornare a Dio con tutto il cuore e predisporsi così a celebrare degnamente la Pasqua di risurrezione, avendola attesa “con la gioia dello Spirito santo ... e con l’animo ardente di gioioso desiderio” (Regula Benedicti 49,6-7). “Dolorosa gioia” chiamavano i padri la Quaresima: sì, se sappiamo viverla nutrendo gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (cf. Fil 2,5), allora la nostra sarà una Quaresima vissuta non per forza ma per amore, nella potenza trasfigurante dell’amore.

Ultimo aggiornamento ( Sabato 19 Marzo 2011 21:53 )

 

Convegno Liturgico Parrocchiale 1 marzo 2011

Ultimo aggiornamento ( Domenica 27 Febbraio 2011 16:42 )

 
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