Alla Scuola di Maria

Adorare come Maria

È appena iniziato il mese di maggio, mese che per eccellenza è dedicato alla Vergine Maria: quale regalo più bello, rosa più profumata e gradita da offrirle se non quella di Adorare come Lei e con Lei suo Figlio?

Maria è stata, sin dall’inizio, la prima Adoratrice di Gesù e lo ha dimostrato in ogni istante della sua vita; doveva essere così secondo il progetto di Dio: un cuore Puro e Immacolato, ardente d’amore doveva rendere il primo omaggio al Re dei re.

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 2,38) e, subito, il Verbo prese dimora in Maria come riporta Giovanni: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv,1,14).

Il grembo di una giovane ragazza diventa Tempio e Tabernacolo dell’Altissimo: Maria custodì nel suo “ventre verginale” il suo Figlio e suo Creatore, Gli rese omaggio e onore, magnificò con la sua anima e con tutto il suo essere quel Gesù che, con tanta trepidazione, aveva desiderato.

Il Verbo di Dio, fattosi carne in lei, "ostensorio vivente", ne imprime i tratti, ne santifica ogni fibra e diventa così un tutt’uno col Cuore Immacolato della Madre! Benedetto il ventre che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!

Maria portò la gioia della Presenza di Gesù in Lei, recandosi dall’anziana parente e l’evangelista Luca narra questa sua Missionarietà Eucaristica con tanto realismo che ci pare di avere dinnanzi la scena: «In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,39-45).

Lo stesso Spirito Santo che ha reso fecondo, con la “sua delicata ombra, il grembo verginale di Lei, ora permette che Elisabetta riconosca in Maria la Madre del suo Signore e fa esultare di gioia il piccolo Giovanni che magnifica Dio per tanta elezione. Anche San Paolo ci ricorda che solo sotto l’azione dello Spirito Santo si può dire ”Gesù è il Signore!”.

Maria è la prima ad adorare Gesù con Giuseppe a Betlemme ed è proprio Lei a presentarlo e offrirlo ai primi adoratori giunti lì per renderne omaggio: «Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,3.11).

Ma l’Adorazione di Maria rivela il suo apice nella sua ineguagliabile eccellenza: ai piedi del Tabernacolo!

Maria passa i giorni e le notti ai piedi della divina Eucaristia: è la sua dimora prediletta; di fronte alla Maestà del Figlio, annullato nel Santissimo Sacramento, anche Lei vuole scomparire, vuole diventare un tutt’uno con il Figlio suo e tributarGli tutte le lodi e gli omaggi che Merita.

Tutto in Lei diventava Adorazione: il suo corpo, i suoi atteggiamenti, i teneri sguardi, le dolci carezze che sfioravano il viso del piccolo Gesù. Maria stava sempre inginocchiata o aveva le mani giunte o incrociate sul petto in segno di rispetto profondo verso quel Figlio tanto amato, ora “prigioniero d’amore” nella Divina Eucaristia.

Seguì sempre, con la sua discreta e umile presenza, ogni passo del Figlio e come dice l’evangelista Luca: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.

Quale gioia indicibile e quanta riconoscenza quando il Figlio svela alla Madre che, durante l’Ultima Cena, avrebbe istituito, con il suo Sacratissimo Corpo e Sangue, il e avrebbe perpetuato così la sua presenza in mezzo a noi, fino alla fine dei tempi.

Maria, nel Cenacolo con gli Apostoli, alla vista di quel Dio, annullato per amore, sino all’apparenza di un umile pezzo di pane, era stracolma di sentimenti di riconoscenza e gratitudine.

Il suo cuore ardeva d’amore al cospetto dell’Ostia Santa, non riusciva a contenere tanta felicità che avrebbe voluto annientarsi ai suoi piedi.

Lodava, benediceva e glorificava, con tutta l’anima, il Sacratissimo Cuore del Figlio, che aveva reso presente, dinanzi i suoi occhi, lo splendore dell’amore divino; lacrime di tenerezza e di letizia grondavano dai suoi occhi e solcavano il suo dolce viso.

Maria come esempio di adoratrice ci svela e insegna la sua Adorazione: profonda, rispettosa, traboccante d’amore, interiore ed esteriore, che prepara e anticipa, ad ogni anima, il compito angelico dell’adorare.

Adori come se Gesù Lo si vede e Lo si può toccare; la fede viva tocca, abbraccia, sente; ogni adoratore mediti questo immenso dono facendo proprie le virtù e le lodi perfette di Maria.

Facendo così l’adoratore prenderà Maria come modello e protettrice; l’onorerà e l’amerà come la Regina del Cenacolo e la Madre degli Adoratori: titoli fra i più cari al suo Cuore e i più gloriosi per Gesù.

Maria ci invita con amore ad attingere alla fonte della vita, alla sorgente della pace: il Tabernacolo “APERTO”. È qui infatti, giorno dopo giorno, ora dopo ora, che le anime trovano refrigerio, consolazione, pace, slancio per amare e balsamo per guarire le ferite del cuore.

Gesù stesso, a molte mistiche, ha confessato e continua a farlo, di sentirsi in carcere quando il tabernacolo rimane chiuso o quando nessuno va a trovarlo: ”Sono un Prigioniero d’amore” - dice - ricordandoci quale e quanta grazia ed elezione nel poterlo avere liberato, in questa Parrocchia, per l’eternità!

Giuseppe Fava

Ultimo aggiornamento ( Martedì 25 Agosto 2009 06:23 )