Origini e diffusione del Culto al Sacro Cuore di Gesù

La devozione al Sacro Cuore di Gesù è stata ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa nel Febbraio 1765 dal Papa Clemente XIII, che concesse alla Polonia e all’Arciconfraternita del Sacro Cuore in Roma, presso la Chiesa del Gesù, la Festa del Sacro Cuore. Tuttavia, è il 23 Agosto del 1856 che il Papa Pio IX estese tale festa alla Chiesa Universale.

L’Enciclica del Papa Pio XII “Haurietis aquas”, pubblicata il 15 maggio 1956, ricorda non solo il primo centenario dell’estensione di questa festa all’intera Chiesa, ma rende chiara l’essenza e l’importanza della Devozione al Cuore di Gesù, il cui amore e la cui carità sono la base e il culmine della Redenzione. Infatti, nel promuovere il culto al Cuore di Gesù, l’Enciclica esortava i credenti ad aprirsi al mistero di Dio e del suo amore, lasciandosi trasformare da esso. Il Costato trafitto del Redentore è la sorgente alla quale dobbiamo attingere per conoscere e sperimentare più a fondo l’amore salvifico di Dio.

Il primo “segno” pubblico devozionale non si verificò in Europa, ma in Brasile, ai primordi dell’evangelizzazione, dove un Gesuita, S. Josè de Anchieta, nel 1552, dedicò al Sacro Cuore una piccola Chiesa a Guarapary, a nord di Rio de Janeiro. Già 40 anni prima della costruzione della Chiesetta, San Pietro Canisio aveva avuto l’esperienza mistica del Sacro Cuore.

Questa devozione, già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel XVII secolo ad opera di San Giovanni Eudes (1601-1680) che, oltre a propagare la devozione ai SS. Cuori di Gesù e Maria, compose la Messa e l’Ufficio in onore al Sacro Cuore; il Papa Leone XIII lo ritenne “l’autore del culto liturgico dei SS. Cuori”.

Fu, però, in seguito alle rivelazioni a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) che il culto ebbe maggiore diffusione tra i fedeli. La suora francese, nel Convento delle Visitandine di Paray-le-Monial, piccola località della Borgogna, ebbe numerose manifestazioni mistiche ed importanti rivelazioni. Gesù apparve a Suor Margherita e la invitò a prendere il posto che San Giovanni aveva occipato nell’Ultima Cena, ordinandole di diffondere la fiamma del Suo Amore per gli uomini. Nella seconda visione, avvenuta agli inizi del 1674, il Cuore Divino le si presentò su un trono di fiamme, circondato da una corona di spine - simbolo delle ferite inferte dai nostri peccati - e sormontato da una croce. La terza visione avvenne sempre nel 1674, di venerdì, dopo la Festa del Corpus Domini e Gesù le si presentò sfolgorante di gloria con le sue cinque piaghe e, lamentando l’ingratitudine umana e la noncuranza rispetto ai suoi sforzi di fare del bene, la sollecitò a fare la Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prostrarsi con il viso a terra, dalle undici alle dodici, la notte tra giovedì e venerdì. Vennero così indicate le due principali devozioni: la Comunione al Primo Venerdì del mese e l’Ora Santa di Adorazione.

Nell’ultima apparizione, verificatasi il 16 giugno 1675, durante l’ottava della Festa del Corpus Domini, mentre Suor Margherita era in ginocchio che fissava il Tabernacolo, improvvisamente le apparve il Signore e le manifestò il Suo Cuore, dicendo che si sentiva ferito dall’ingratitudine e dalle irriverenze compiute soprattutto dai cuori a Lui consacrati. Le chiese, poi, l’istituzione nella Chiesa di una festa, per onorare il Suo Cuore, il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, e con la Comunione per riparare le offese ricevute. Inoltre, indicò, come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Suor Margherita, il gesuita Claudio de la Colombière (1641-1682), Superiore della Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monia. Rassicurata dal padre spirituale sul carattere soprannaturale delle apparizioni, Suor Marghrita, inginocchiata davanti al Tabernacolo, consacrò se stessa al sacro Cuore di Gesù. Era il 21 giugno 1675.

Dopo la morte di Colombière, Padre Giuseppe de Gallifet, che aveva assimilato fortemente il messaggio delle rivelazion, sostiene suor Margherita e compose la Messa in onore del Sacro Cuore “Venite exultemus” e l’Ufficio corrispondente.

Ebbe così inizio il culto devozionale al Sacro Cuore di Gesù, devozione gia contenuta in germe, come sottolineato dallo stesso Papa Pio XII, nella Sacra Scrittura e approfondita successivamente dai Padri della Chiesa (S. Giustino, S. Basilio, S. Crisostomo, S. Ambrogio, S. Agostino, S. Girolamo) e dai grandi mistici medievali.

Essendo stata Suor Margherita “l’artefice” della devozione, fu proclamata Santa il 13 maggio 1920 da Papa Benedetto XV. La devozione trionfò nel XIX secolo e il Convento di Paray-le-Monial divenne meta di pellegrinaggi. Sorsero Basiliche e Santuari dedicati al sacro Cuore di Gesù, fu organizzata la pia pratica del Primo Venerdì del mese, si composero le “Litanie del Sacro Cuore”, si dedicò il mese di Giugno al Suo culto. Sorsero anche numerose congregazioni religiose.

Il contenuto del culto e della devozione al Sacro Cuore di Gesù, è, quindi, l’amore di Dio per noi - contenuto antico come il Cristianesimo stesso - che ha sede nel Cuore trafitto di Gesù, da cui scaturirono Sangue - che ricorda l’Eucaristia - e Acqua - che ricorda il Battesimo e il dono dello Spirito.

In occasione della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù così disse Benedetto XVI: «Nel linguaggio biblico il “cuore” indica il centro della persona, la sede dei suoi sentimenti e delle sue intenzioni. Nel Cuore del Redentore noi adoriamo l’Amore di Dio per l’umanità, la sua volontà di salvezza universale, la sua infinita misericordia. Rendere Culto al sacro Cuore di Cristo significa, pertanto, adorare quel Cuore che, dopo averci amato sino alla fine, fu trafitto da una lancia e dall’alto della Croce effuse Sangue ed Acqua, sorgente inesauribile di vita nuova» (Angelus del 5 Giugno 2005).

Essere devoti al Sacro Cuore di Gesù significa vivere la spiritualità dell’amore che ci rende più disponibili verso gli altri, capaci di amare, di essere “sorgente” dalla quale scaturiscono “fiumi di acqua viva”.

Attualmente la Festa del Sacro Cuore di Gesù viene celebrata il Venerdì dopo la Solennità del Corpus Domini, visto che detta ricorrenza è stata spostata alla Dominica; il Sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, quale segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, incidibili per il grande amore donato all’umanità.

Franca Sanni

ACCORATO APPELLO DEL CUORE DI GESU'

Andai per valli e monti, quando ero sulla Terra, in cerca delle pecorelle smarrite: notte e giorno il Figlio dell’Uomo non trovava pace.

Nei tre anni della Mia predicazione non avevo una casa dove rifugiarMi. Quando sopraggiungeva la notte, dormivo sotto il cielo stellato e rivolgevo continuamente la Mia supplica al Padre perché Mi aiutasse a radunare il Mio gregge. Allora e oggi sono la stessa cosa: Io Padre, Io Figlio, Io Spirito Santo non ho tregua. L’amore per i Miei figli perduti non Mi dà tregua, non Mi dà pace. Nel Mio Regno di pace, nel Mio Regno di luce, la Mia felicità non è completa fino a quando tutti i Miei figli non avranno fatto ritorno alla casa del Padre.

Il Padre ama i Suoi figli, li ama tutti di uno stesso intenso amore; anzi, sono proprio i figli ingrati, i figli che si sono allontanati dal Cuore, dall’Amore del Padre, che meritano più amore degli altri, perché questi figli Mi sono costati amore e dolore come tutti gli altri, e sono proprio loro, i fi­gli malati, quelli che addolorano il Mio Cuore, quelli che Mi fanno stare sempre in una continua supplica, in una continua preghiera:

«Padre, il Tuo dolore è grande quanto quello del Tuo Gesù. Il Tuo dolore è uguale al Mio, perché per non darTi questo dolore, di perdere i figli Tuoi che hai plasmato con tanto amore con le Tue stesse mani, che lo hai fatto bello, perfetto, a Tua im­magine e somiglianza e col Tuo soffio di vita divina, Padre, per questo amore, Io Mi sono sacrificato sul legno della Croce. Ancora adesso, Padre, vado pellegrino per il mondo.

Giorno e notte, notte e giorno, vado emettendo sempre lo stesso grido:
“Figlio Mio, dove sei? Ti sei allontanato, ti stai perdendo! Figlio, il Padre ti ama. Figlio, corri, corri nelle braccia del tuo Padre amato!

Il Padre, felice di vederti risuscitato, felice di sapere che sei scampato all’estremo pericolo, che sei scampato alla ferocia del Mio, del tuo nemico, che avrebbe potuto ucciderti, il Padre rende lode e ringraziamenti al Cielo per averti ritrovato; il Padre, per la grande gioia di non saperti perduto, dimentica tutte le pene che tu Gli hai dato, dimentica tutte le lacrime che ha versato per te, e queste lacrime si trasformeranno in una gioia che non avrà più fine.

Torna! Deh, torna, o figlio! Torna, o figlio ingrato!
Non far soffrire ancora di più questo Padre tanto addolorato! Già per troppo tempo hai ferito il Suo Cuore, per troppo tempo Gli hai squarciato l’anima.

Figlio, basta. Hai un cuore, un cuore che sa amare, un cuore che sa donare, però questo cuore finora lo hai messo al servizio dell’amore delle cose caduche, delle cose che passano, delle cose che non ti daranno nessun frutto per la vera vita. Perciò, figlio, sono venuto a darti il Mio amore, sono venuto a mettere nel tuo cuore la Mia bontà, le Mie lacrime, il Mio perdono, il Mio amore di Padre.

Torna, figlio, e in un unico abbraccio, in un fortissimo abbraccio, tu dimenticherai di essere stato ingrato ed lo dimenticherò di essere stato offeso, e ti dirò: “Figlio, grazie, grazie per essere tornato. Andiamo insieme a rendere grazie al Padre tuo e al Padre Mio, andiamo nella Sua casa, andiamo nel Suo Regno, dove nessuno più potrà dividerci e dove gioia, luce, gloria, bontà, saranno senza fine. Lo voglio sperare, figlio”. E così sia».

Ultimo aggiornamento ( Martedì 25 Agosto 2009 06:53 )