Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
Particolarmente sentita, soprattutto in passato fino al primo dopo guerra, era la devozione verso San Pasquale Baylòn. Ogni anno, il 17 maggio, memoria liturgica, i contadini invocavano san Pasquale che avevano eletto a loro protettore e portavano in chiesa, di ciascuna specie, le zucche più grosse della loro produzione, per ingraziarsi l’intervento del Santo per la successiva stagione. Era una gara fra i coltivatori sia per la quantità che per la qualità della loro produzione. Nato a Torrehermosa il 16 maggio 1540 e morto a Villarreal il 17 maggio 1592, il 2 febbraio 1564 fece la professione solenne di fede come frate converso. Quasi certamente il suo culto venne introdotto dai Padri Domenicani durante il dominio spagnolo nel XVII secolo. La bella statua in cartapesta che ritrae San Pasquale genuflesso è collocabile tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII. Collocato su una base esagonale con fregi baroccheggianti ha il capo rivolto verso l’alto, il braccio sinistro disteso verso il basso e la mano destra portata al petto. Indossa il saio con mantellina provvista di cappuccio e ha gli occhi, realizzati in pasta vitrea, di color celeste-ghiaccio. Il viso, particolarmente espressivo, rende l’idea di un’anima in stretto contatto spirituale con Dio.