Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
All’indomani del terremoto, quattro furono i destini degli edifici di culto:
1) chiese rimaste completamente intatte: chiesa dello Spirito Santo; cappelletta votiva di san Rocco.
2) chiese con danni parziali riparate quasi subito: Matrice; san Rocco; san Giuseppe; Portosalvo.
3) chiese distrutte e mai più ricostruite: chiesa Confraternita del Rosario; chiesa San Giovanni Battista; convento dei Padri Osservanti; convento dei Frati cappuccini; chiesa della Grazia Vecchia o dell’Addolorata.
4) chiese ricostruite ex novo.
Per quanto riguarda la terza categoria, pur venendo distrutti gli edifici, le opere custodite al loro interno, andarono ad arricchire il patrimonio artistico delle chiese superstiti. Esempio emblematico di chiesa adornata da opere di altre chiese è quella di San Giovanni . Al suo interno sono custodite, infatti, la Pala d’altare, la Mensa Eucaristica (in origine altare maggiore), una statua lignea di sant’Antonio da Padova e un dipinto di San Giovanni Battista appartenuti al convento dei frati cappuccini ed una statua anch’essa lignea raffigurante San Giovanni originariamente custodita all’interno dell’omonima chiesa situata nel rione Jeracari.