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Santa Croce - Storia recente

Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.

All’alba del 28 dicembre del 1908, della chiesa inaugurata solennemente il 22 agosto 1822 rimasero in piedi soltanto le mura perimetrali, tutte lesionate e pericolanti. Il tetto crollò completamente ed il pavimento diventò un ammasso di macerie e calcinacci. Data l’inagibilità della chiesa in muratura, fu fatta costruire sulla via Rimembranza una chiesa-baracca grazie alla generosità di San Pio X, Papa dell’epoca, il quale, autonominatosi arcivescovo di Reggio Calabria, si era accollato le ingenti spese per la costruzione di chiese–baracchein tutto l’ambito della diocesi e dell’intera provincia reggina. Tale chiesa-baracca, cui era anche annessa una piccola sacrestia, fu iniziata nei primi giorni del febbraio del 1910 per opera di una ditta inglese denominata Mac Mhanus, sotto la direzione generale di mons. Cottafavi, del conte Zilieri e del sacerdote Giuseppe Zumbo, quest’ultimo quale segretario del Delegato Apostolico e dell’Arcidiocesi Reggina. Grazie alla velocità con la quale i lavori furono eseguiti, nello spazio di poco più di quattro mesi la chiesa fu ultimata e consegnata ai fedeli. Fu inaugurata ed iniziò a funzionare con la festività della Natività di San Giovanni Battista, il 24 giugno 1910, e durò fino al 4 luglio 1916, data dell’incendio che la distrusse completamente. In questa chiesa, furono trasportati tutti gli arredi della vecchia sfuggiti alla rovina del terremoto: l’organo a canne, le campane e le statue, candelieri, calici e pissidi; tovaglie per altare, registri parrocchiali e, soprattutto, il venerato Legno della Santa Croce. Era parroco in quel tempo il sacerdote Nicola Giunta. Arrivati gli anni tremendi della grande guerra, in tutta la frazione si vivevano ore di angoscia e di lutti. A distanza di poco più di un anno dall’inizio della guerra, si racconta che una fedele di Favazzina, avendo il figlio combattente sul fronte italo–austriaco, verso le nove del mattino del 4 luglio 1916 si recò in chiesa per pregare ed accendere due ceri votivi presso l’altarino del S. Cuore di Gesù, ancora esposto in mezzo alla chiesa per le funzioni liturgiche del mese di giugno. Accese le candele e fatta la preghiera, la donna si allontanò dalla chiesa lasciando le due candele accese davanti all’Immagine sacra. Ma sia il calore della stagione, sia le pareti in legno tutte ricoperte di lamiere di ferro arroventate dal sole di luglio, fecero sì che le due candele, in brevissimo tempo, si piegassero su se stesse dando fuoco alle tovaglie e allo stesso altarino in legno. Le fiamme, essendo la struttura interamente in legno, non tardarono a propagarsi per tutta la chiesa che venne completamente ridotta in cenere. Per il calore si fusero le campane, i vari calici e pissidi, si ridussero in cenere tutti i vari paramenti sacri. Andarono perduti anche tutti i registri parrocchiali conservati nella piccola sacrestia. Andò distrutto anche l’antico organo a canne scampato al terremoto di otto anni prima, ma non alle fiamme. Si salvò solo il venerato Legno della Santa Croce grazie all’eroico gesto di un giovane che, sfidando le fiamme ed il pericolo della sua stessa vita, riuscì a penetrare nella chiesa portando in salvo la Sacra Reliquia. La chiesetta–baracca funzionò in tutto sei anni e dieci giorni. Per alcuni anni, dal tragico incendio, funzionò come chiesa dapprima il vecchio rudere della chiesa terremotata, poi il mulino–pastificio e quindi un’aula delle scuole elementari, che da poco erano state costruite in muratura sul luogo delle vecchie baracche. I lavori per la costruzione dell’attuale chiesa iniziarono nel 1926 e terminarono il 4 agosto 1928, data della sua entrata in funzione. L’inaugurazione del nuovo edificio, venne fatta coincidere con la festa della Santa Croce, che durò due giorni. Mons. Tramontana predicò il triduo. L’Arcivescovo, il giorno 12 agosto 1928 si recò per celebrare una Messa nella quale distribuì la S. Comunione ai fedeli. Parroco del tempo era don Antonio Bueti.

( Testo tratto da “BREVE STORIA DELLA CHIESA E DELLA FRAZIONE DI FAVAZZINA” a cura di don Pietro Scopelliti )



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