Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale. 

altLa chiesa consacrata il primo febbraio 1970 appariva molto spaziosa e luminosa ma completamente priva di decorazioni artistiche e di stile architettonico. Occorrevano lavori di abbellimento per armonizzare i grandi spazi. L’allora Arciprete don Mimmo Marturano decise, pertanto, di iniziare dei lavori di rifacimento interno. I primi interventi riguardarono l’impianto elettrico. Subito dopo si proseguì con la sistemazione del Presbiterio accogliendo il consiglio dell’Arcivescovo Vittorio Mondello che durante la Visita Pastorale aveva dato qualche suggerimento sulla sistemazione della zona absidale. Venne abbassata la Mensa attraverso un sistema di putrelle in ferro ideato dal geometra Peppe Martello che consentì di far indietreggiare la struttura e ribassarla senza doverla smontare. altAl centro della parete absidale venne collocata la sede del celebrante realizzata in marmo. Ispirati dalla pianta basilicale dell’edificio, si pensò di decorarlo traendo spunto dallo stile romanico. Eliminando il rivestimento delle otto grosse colonne tronche in travertino, altfurono scoperti dei pilastri ottagonali e venne l’idea di adattarli a colonne romaniche con due lesene avanti e dietro e due semicolonne ai laterali. Le ampie aperture dei matronei nel transetto vennero ribassati e trasformati in ampie trifore. altIl tetto della navata centrale venne rivestito interamente in legno. Sul presbiterio i pilastri vennero ornati con le icone dei Santi venerati a Scilla e con ornamenti simbolici. Le basi furono rivestite di marmi istoriati che richiamano i pilastrini dell’altare, in modo da formare come un baldacchino su di esso. Venne altscelto lo stile delle icone orientali sia per ricordare le origini della nostra comunità sia perché si abbina bene con il mosaico del catino dell’abside. Nella parete della navata destra furono aperte cinque finestre ed una porta. altNella parete della navata sinistra vennero racchiusi all’interno di cinque trifore le quindici stazioni della Via Crucis. L’ingresso venne diviso in tre ambienti da tre arcate e due ambienti che richiamano le trifore del transetto. Nell’ambiente di sinistra venne realizzata la cappella della penitenza recuperando le antiche statue del Cristo in Croce, altCristo Morto e dell’Addolorata che in passato venivano portate in processione il Venerdì Santo. Nell’ambiente centrale vennero altcollocate due grandi acquasantiere in marmo a forma di conchiglia appartenute all’antico tempio. Nell’ambiente di destra venne collocata la statua marmorea dell’Immacolata (1608) affiancata da un angelo, anch’esso in marmo, genuflesso. La Cappella altdel Ss. Sacramento venne realizzata rifacendosi stilisticamente alla cripta bizantina legata al monastero di San Pancrazio che, secondo le notizie storiche, servì da prima chiesa per la comunità scillese. Al suo interno, altcollocata in una nicchia lavorata in tufo, è collocata la MADONNA DELLA PORTA che apparteneva a quell’edificio. L’altare e il Tabernacolo, appartenuti alla vecchia chiesa, vennero recuperati e restaurati e, sulla parete di destra, vennero collocati degli altorilievi in tufo e travertino raffiguranti i “simboli eucaristici” - scolpito per l’occasione da Francesco Burzomato - e “Gesù Maestro” altche ornava l’ambone prima che venisse arricchito artisticamente. Grazie a questi lavori l’intero edificio ha acquisito un’armonia artistica e stilistica. Mantenendo l’imponenza della struttura, è stato arricchito dalla bellezza dell’arte sacra.

Ultimo aggiornamento ( Sabato 18 Novembre 2017 21:09 )