Il furto sacrilego
Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
Favazzina, 11 gennaio 1979: una data memoranda e “nigra signanda lapillo” per la piccola frazione. Il simulacro della Santa Croce, oggetto per oltre due secoli di venerazione da parte del popolo di Favazzina, è stato trafugato e portato via da mani sacrileghe insieme a vari altri oggetti sacri e di valore. Ad accorgersi per prima è stata una donna, un’assidua frequentatrice e collaboratrice della chiesa, la signorina Franca Morfea. Accorgendosi appena che la porta della chiesa era stata scassinata ed entrando in chiesa con una certa apprensione e timore, si accorse subito che mancava dall’altare il sacro Legno della Croce, e poi, in sacrestia, attraverso il disordine delle poche sedie e le ante del guardaroba aperte, si rese conto che la chiesa era stata visitata dai ladri e diede subito l’allarme. In pochi minuti tutta la gente di Favazzina fu in chiesa, quasi incredula di quanto era accaduto. La maggior parte piangeva, altre pregavano. A sera, dopo una giornata di commenti amari, di pianti e dolci ricordi, il parroco, don Pietro Scopelliti, presente quasi tutto il popolo di Favazzina, celebrava nella piccola chiesa una santa messa di riparazione ed invitava il popolo a collaborare per una degna sostituzione del santo simulacro. E Favazzina, come sempre, rispose all’appello del suo parroco prontamente e generosamente mettendosi subito all’opera. Un bravo pittore del luogo, Samuele Basile, ricavato un bellissimo schizzo da una foto della vecchia Croce trafugata, datagli dalla signora Antonia Parrello, ingrandisce l’immagine fino a portarla alla grandezza necessaria e con le stesse incisioni della croce precedente, salvo il cambiamento di qualche piccolo dettaglio.
Il signor Antonio Benedetto, ex delegato comunale, sempre vicino ai parroci per collaborare per il bene della parrocchia e del paese, s’incarica a sue spese, insieme col pittore Basile, a portare lo schizzo del Simulacro fatto da quest’ultimo, a Milano presso l’argenteria L.A.M.P. cui ordinarono la confezione della nuova croce ma con una lamina di argento di gran lunga più massiccia della prima. Sempre a Milano, due emigrati di Favazzina ma residenti da molto tempo nel capoluogo lombardo, i fratelli Ardizzoni, si sono avvicinati ai loro paesani ed amici, signori Benedetto e Basile, donando per la confezione della Croce una generosa offerta e impegnandosi a seguire la ditta L.A.M.P. per la sollecita confezione del simulacro di una teca, reliquiario, ugualmente in massiccio argento cesellato. Ad offrire la reliquia per la nuova Croce(foto n°3) è stato l’allora arcivescovo di Reggio Calabria, Mons. Aurelio Sorrentino e per il nuovo reliquiario, l’ex parroco di Favazzina, don Antonio Pignataro. Ai primi di dicembre 1979 l’argenteria L.A.M.P. di Milano ha portato a termine l’ordinazione ed il giorno 18 dello stesso mese, verso le dieci di sera, la nuova Croce, proveniente da Reggio Calabria, dove in aereo era arrivata da Milano, portata dal sig. Benedetto Antonio, faceva il suo trionfale ingresso a Favazzina, accolta dal suono festoso delle campane, dalle grida di giubilo e dalle ovazioni dei fedeli. Il nuovo Simulacro è stato in seguito benedetto dal parroco, don Pietro Scopelliti, in occasione della festa della Santa Croce, il 10 agosto dell’anno seguente, mentre il sacerdote Antonio Pignataro leggeva dall’ambone il panegirico in onore della Santa Croce scritto per la circostanza. Concelebravano la Santa Messa, oltre al parroco don Scopelliti, i due ex parroci della parrocchia, don Rocco Fucà e don Antonio Pignataro. In quella circostanza la Commissione dei festeggiamenti fece degno onore alla festa.
(Testo tratto da “BREVE STORIA DELLA CHIESA E DELLA FRAZIONE DI FAVAZZINA” a cura di don Pietro Scopelliti)
Ultimo aggiornamento ( Sabato 18 Novembre 2017 21:38 )