Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
La Chiesa di Spirito Santo sorge nel quartiere di Marina Grande ai piedi del rione Spirito Santo, che prende il nome dall’omonima Chiesa. Prima di tratteggiare l’attuale edificio sacro è doveroso ripercorrere con le poche notizie a disposizione le sue origini. Prima dell’attuale edificio ve ne era un altro e questo si desume, da una lapide murata all’esterno della sacrestia:
D. O .M . S ET MEMORIAE NAVITARUM SPIRITUS SANCTI CONFRATRUM QUI ECCLESIAM PER ANGUSTIAM QUATOR AB HINC PASSIBUS DISSITAM HABENTES AUGENDI GRATIA CULTUM ERGA CONSOLATOREM OPTIMUM TEMPLUM HOC JOANNE BAVIERA RECTORE SACER. ANTONINO BRANCATI MESSANENSI ARCHITECTO AMPLORI SITU PROIIS SUMPTIBUS MAGNA CURA ET LABORE CONSTRUXERUNT VII KAL DECEMBRIS AD MDCCLII R . A . C . F .
Dalla traduzione di questa scritta si comprende che la Chiesa attuale è stata consacrata il 7 Dicembre 1752 sul luogo di una precedente, più piccola di quattro passi misurati dal luogo dov’è murata la lapide. Si desume inoltre che il nuovo tempio fu costruito, con sacrifici, dalla confraternita dei marinai dello Spirito Santo; rettore della confraternita era Giovanni Baviera, mentre Antonino Brancati è uno architetto e decoratore messinese del tempo. A questo punto è doveroso dare qualche notizia sulla confraternita. Essa fu costituita con uno statuto approvato dal Re Ferdinando IV, a seguito di una relazione fatta dal regio cappellano maggiore e con l’impostazione voluta dalla reale Camera di S. Chiara il 23 Novembre 1778. Il rettore curava l’amministrazione della chiesa, la quale si governava con le elemosine di tutti i marinai i quali, si erano (congregati di corrispondere la quarte parte de’ di loro viaggi , e traffici che sogliono fare colle di loro feluche).
Così nasceva la confraternita di Spirito Santo che era abbastanza ricca, e cio’ lo si capisce dalla maestosità dall’edificio ricostruito nel periodo in cui i rapporti commerciali con l’adriatico erano abbastanza floridi. Ritornando nuovamente alle vicende storiche, l’edificio fu risparmiato dal terribile terremoto del 1783, ma non rimase indenne dal successivo maremoto, descritto dal Can. Giovanni Minasi nel suo libro “Notizie storiche sulla città di Scilla”. Sembra che a cedere sia stata la volta e la copertura , in quanto è possibile che l’onda di maremoto, penetrando in chiesa li abbia investite dal basso. I muri e gli elementi architettonici sembrano aver resistito, tanto da consentire un rapido restauro, tornando a risorgere di prima.
La Chiesa non patì i terremoti del 1807, 1894, 1905, 1908. Subì danni durante la seconda guerra mondiale quando una bomba centrò un’abitazione vicina, le cui macerie si riversarono sulla chiesa distruggendo le prime quattro campate della volta. Il tetto fu rifatto subito, grazie alle braccia generose delle persone del posto, mentre la volta fu ricostruita negli anni cinquanta con un intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali. Fu però danneggiata dalla mareggiata della notte di Capodanno del 1980. Le onde distrussero parte della sacrestia, non più riedificata fino ad oggi, invadendo così la navata della chiesa , spaccando banchi, porte, confessionali e recando non pochi danni , ancor oggi visibili, ai marmi e ai muri della chiesa.
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